Erminio Bonetto apre nel 1922 la sua bottega artigiana a Vicenza, a porta Monte, a due passi dai capolavori rinascimentali di Andrea Palladio, villa Capra “la Rotonda” e l’arco delle Scalette di Monte Berico. Borgo Berga era un luogo commercialmente strategico per Vicenza. Il quartiere infatti ospitava il porto fluviale di Vicenza, dove venivano depositate tutte le merci in entrata alla città.

L’ingegnoso Erminio Bonetto sfrutta la forza dell’acqua del Bacchiglione per costruirsi un mulino; questo azionava, tramite cinghie e pulegge, una visionaria sega circolare. In questo modo inzia a servire i falegnami della zona segando per loro le grosse tavole di legno che fino ad allora si tagliavano a mano.

Queste parole sono state assorbite, tramandate e fatte proprie dalle tre generazioni.
Il rispetto e la tensione creativa per valorizzare il materiale principe lavorato è solo una delle linee guida dell’azienda.

A 27 anni vince il primo appalto importante: costruire le casse delle munizioni dei fucili per l’esercito italiano. Contemporaneamente realizza ogni sorta di mobilio su misura per le case dei vicentini.

I successi continuano: tutti gli uffici postali della provincia, per 30 anni, vengono arredati con migliaia di scrivanie e cassettiere realizzate dal laboratorio artigiano di Bonetto che già allora contava ben 7 falegnami dipendenti.

Il figlio Olinto, a soli 12 anni, affianca il padre spinto da una grandissima passione per l’arte della falegnameria. Durante la seconda guerra mondiale, nonostante i bombardamenti subiti a Borgo Berga, sfollati con tutta la famiglia per motivi di sicurezza, i Bonetto continuano a lavorare nel loro laboratorio, partendo all’alba in bicicletta da Cavazzale.

Olinto dimostra grande abilità e precisione nel lavorare il legno fermandosi per anni, dopo cena, in laboratorio per costruire orologi a cucù. Questa passione era una piccola fonte di redditto per un giovane che ambiva all’indipendenza economica dalla famiglia. Un impegno che ha sicuramente formato la tempra del futuro imprenditore.

Il falegname non deve progettare, deve segare. Il progettista non deve piallare, deve disegnare.
Perciò in Bonetto lavorano solo persone altamente specializzate e competenti, rispettose dei ruoli
e capaci di interfacciarsi per tendere alla perfezione.

Olinto, prossimo al matrimonio e a prendere in mano l’attività di famiglia, si presenta vestito di tutto punto ad un importante colloquio a palazzo Montanari, sede della prestigiosissima Banca Cattolica. Ottiene un favoloso incarico:

realizzare gli arredi delle filiali della Banca Cattolica (poi Ambrosiana) nel Veneto. Questo prestigioso lavoro viene mantenuto per quasi 50 anni: nel 2007 l’azienda rinuncia di “sua sponte” a partecipare agli appalti nazionali gestiti on line.

Entra in azienda Paolo Bonetto, figlio di Olinto, la terza generazione di imprenditori artigiani. Paolo porta in azienda una nuova energia e inizia a costruire, con il supporto del padre, una nuova visione aziendale. Inizia così il processo di industrializzazione, l’azienda si specializza  e si ingrandisce velocemente.

Diventa così un partner strategico per gli architetti più affermati del panorama nazionale e internazionale. La qualità elevatissima delle finiture e l’esperienza tecnica nel risolvere tutti i problemi esecutivi sono i veri cardini della Bonetto Art Legno dei giorni nostri.

Progettare il dettaglio, prevedere gli inconvenienti, trovare le soluzioni, programmare il lavoro, ottimizzare il materiale…
Manipolare il mobile con la delicatezza di un padre e osservarlo con l’occhio critico del giudice più severo è ciò che avviene ogni giorno in laboratorio. Perchè ognuno di noi farebbe così, se dovesse progettare e costruire la propria casa.